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Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri

254901
Saltini, Guglielmo Enrico 33 occorrenze
  • 1862
  • Le Monnier
  • Firenze
  • critica d'arte
  • UNIFI
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Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri

’ufficio che poi sostenne di vice-presidente nell’Accademia fiorentina. Non pertanto ci rimangono di lui alcune opere non indegne di essere commendate, come

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della mente. Appena decenne rimasto orfano del padre, lo zio paterno Vincenzio lo volle in Firenze ad attendere alle arti belle nell’Accademia. In breve

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sotto la reggenza borbonica, ingegnere nell’ufficio de’ Ponti e Strade sotto il governo francese, e primo architetto delle Reali Fabbriche dopo la

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AGOSTINO FANTASTICI da Siena (n. 1782, m. 24 luglio 1845) fu assai diligente nell’arte, che aveva imparata dal padre suo. La cattedrale di Montalcino

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cui riuscì non secondo a nessuno dei contemporanei. A Napoli fece le prime prove nell’operare, aiutando Antonio Niccolini, artista suo compaesano, nella

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dell’Elba lo ebbe carissimo, e benché assai giovane designava affidarli opere importanti nell’isola. Nè l’età provetta smentì la gioventù promettitrice

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teatro nell’antico locale delle Stinche dal suo proprietario detto di Pagliano, e che può contenere ben quattromila spettatori. — Federigo Fantozzi di

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(n. 1765, m. 23 novembre 1837) suo allievo e poi successore nell’insegnamento. E che riuscisse assai valente scultore, lo dicano gli elogi di alcune

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acconciarsi presso un lavoratore di alabastri in Volterra. Applicò quindi al disegno nell’Accademia fiorentina, e ben presto si dette a lavorare di

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studioso dell’arte. La statua di Galileo Galilei (1839), che ammirasi nell’aula della Università di Pisa, in atto di mostrare agli scolari la sua scoperta

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di rilievo assai bene. Datosi con molto amore allo studio dell’anatomia, tanto necessario a chi voglia andare innanzi nell’arte, si dette a modellare

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diverse tavole di sacro soggetto. Nel 1775 Firmian, ministro plenipotenziario in Lombardia per Maria Teresa austriaca, lo chiamò a Milano professore nell

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A Pisa fiorì in questi tempi Giovan Battista Tempesti, che nel dipingere a fresco non mancò di merito. La sala nell’Arcivescovado di quella città

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cabala d’esser posto alla direzione dell’insegnamento di pittura nell’Accademia fiorentina, ciò fu a maggior danno dell’arte. Poco avea disegnato e meno

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Caterina nell’atto di ricevere le sacre Stimate. — GIOVAN BERNARDINO NOCCHI (n. 8 maggio 1741, m. 27 gennajo 1812) fu pure artista lucchese di qualche valore

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A Prato poi lavoravano di prospettive GIUSEPPE CASTAGNOLI (n. 1754, m. 1832) stato maestro d’ornati nell’Accademia fiorentina, e autore di un libro

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secondo per la immaginazione feconda e per la prontezza nell’operare, ambedue per amore indefesso alle arti belle. Erano PIETRO BENVENUTI e LUIGI SABATELLI

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Anche il SABATELLI (n. in Firenze il 21 febbraio 1772, m. a Milano il 29 gennaio 1850), acquistò in breve chiarissimo nome nell’arte. Dotato d

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; nonostante vuolsi considerarlo tra i benemeriti dell’arte, che esercitò con passione, e insegnò come seppe nell’Accademia di Siena, di cui fino dal

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Ma il pittore che approfittando degli esempi del Benvenuti e del Sabatelli, seppe, mercè le doti che natura gli avea largito, far nuovi passi nell

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amori d’Angelica e Medoro, opere che menarono assai grido in Firenze. Fu allora che il Benvenuti lo chiamò ad insegnare nell’Accademia, ove poi successe

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per una compagnia d’Inglesi, nella quale avea preso a dipingere l’arcivescovo Langton che ragunati nell’abbazia di Edmonbury i baroni sassoni, inglesi e

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venuti in fama, ed ahi! troppo presto rapiti all’arte. FRANCESCO (n. in Firenze 22 febbraio 1803, m. nell’agosto 1830) fu allievo del padre; e fino dalla

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quelli de’ suoi coetanei. Nel 1800 ottenne il premio di pittura pel concorso del quadro a olio nell’accademia di Belle Arti di Firenze, col soggetto

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ornati di stranissime fogge; la seconda barocca nell’insieme e nel disegno scorretta, non ha altro pregio tranne la tenacità della materia, la quale

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, disegnò anch’esso e incise assai bene a bulino. Stette prima molto tempo in Parigi, e poi tornato in patria successe al padre nell’insegnamento; ma

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Contemporaneo al Bartolozzi si levò nell’arte un altro fiorentino, VINCENZIO VANGELISTI (n. 1744 circa, m. in Milano nel 1793), meno grande, se

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1759, m. in Pisa 15 marzo 1838) fu nell’intaglio a bulino e all’acqua forte reputato valentissimo. Di famiglia assai chiara, sebbene travolta in

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pel Dante ancora inedito di lord Vernon. Ma dove Giovan Paolo Lasinio raggiunse vera eccellenza nell’arte fu nei così detti generi a contorno e a mezza

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Ma quegli che avanzò tutti nell’arte, e meritò di essere annoverato tra i primi incisori d’Europa, è RAFFAELLO MORGHEN (n. a Portici presso Napoli il

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Tra quelli che intesero a maggior castigatezza nell’arte, fu Giuseppe Salvetti fiorentino (n. 1734, m. 1800), che più puro nello stile, più grave e

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succedergli il Garavaglia, che accettò lieto il nobile ufficio nell’Accademia. E mentre attendeva ad incidere mirabilmente l’Assunta di Guido Reni

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ispirazione che guidava i pennelli del frate. — GIOVANNI FUSELLA di Genova, stato prima allievo del Granara nell’Accademia Ligustica, e poi passato a Firenze

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